Un cammino di sei giorni lungo la costa selvaggia della Nurra, nel nord-ovest dell’isola.
Spiagge dorate e cale nascoste, antichi villaggi minerari e sperduti sentieri dei pastori, colline dalla flora mediterranea e boschi di querce secolari, scogliere argentate e grotte calcaree, canti degli uccelli marini e volteggi dei grifoni… e molto altro ancora…
All’interno del Parco geominerario della Sardegna e del Parco Naturale Regionale di Porto Conte
Il Cammino del Mare di fuori è un trekking costiero che parte dalla spiaggia della Pelosa (Stintino), passa dal villaggio minerario dell’Argentiera (Sassari), e arriva a Capo Caccia (Alghero).
Prende il nome da come i locali chiamano il tratto costiero verso il mare di Sardegna della penisola di Stintino: Mare di Fuori, più selvaggio e molto meno frequentato del turistico e famoso Mare di dentro, nel golfo dell’Asinara.
Un cammino selvaggio, poco frequentato e affascinante.
Il numero di tappe può variare dai 5 ai 6 giorni a seconda di come organizzare le escursioni giornaliere.
Sabbia finissima e candida, fondale limpido, acqua alle caviglie per decine di metri, colori turchese e azzurro del mare che si confonde col cielo, panorama suggestivo offerto dalle torri intorno. Tra i faraglioni di Capo Falcone, l’isola Piana e l’Asinara, che la proteggono dall’impeto del mare aperto, c’è la spiaggia della Pelosa: un paradiso del Mediterraneo
Un villaggio minerario abbandonato e una cala dal mare con i riflessi d’argento. L’Argentiera è uno dei luoghi più avventurosi e ricchi di fascino che offre il territorio di Sassari. Qui un tempo si estraeva piombo argentifero e zinco. Era fine Ottocento quando il villaggio ha iniziato la sua attività, chiusa nel 1962, ma, ancora oggi, per gli appassionati dell’archeologia industriale è possibile ammirare un luogo unico al mondo che fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO.
Il punto più elevato di tutto il cammino, a 445 m s.l.m. La vista da lassù è incredibile, da una parte la penisola di Stintino, l’isola dell’Asinara e tutto il suo golfo, dall’altra le formidabili scogliere del parco di Porto Conte e il lago di Baratz. Il tratto di costa per accedervi è composto da elevate scogliere a picco sul mare. Il sentiero segue in cresta le colline e separa la zona impervia delle falesie, dal bosco di macchia mediterranea alternata agli antichi pascoli.
La spiaggia di Porto Ferro è la più lunga di tutto il cammino, con i suoi due chilometri e la sua sabbia di color giallo-rossastro da cui prende nome. È chiusa da scogli e rilievi in trachite rossa, sorvegliata per la minaccia dei saraceni da ben tre torri di avvistamento spagnole del XVII secolo: torre di Bantine Sale o Torre Mozza a sud, torre Negra o Capo Negro e torre Bianca o di Airadu a nord. Nelle vicinanze sorgeva il villaggio medievale di Barace, i cui abitanti commerciavano il sale. È spesso frequentata per il surf e windsurf data la notevole ventosità e altezza delle onde.
Nelle vicinanze il lago di Baratz, l'unico lago naturale della Sardegna, contornato da lussureggiante vegetazione e delimitato verso il mare da imponenti (alte fino a trenta metri) dune di sabbia
Dalla costa scistosa più nord si passa ad una zona calcarea, con le tipiche falesie imponenti sul mare. Il territorio del Parco Regionale di Porto Conte, istituito con legge della Regione Sardegna nel 1999, si estende per più di 5.000 ettari e grazie a un'elevata diversità ambientale ospita numerose specie animali e vegetali. In particolare sono presenti comunità legate ai sistemi costieri alti e alle piccole isole, alle zone a gariga, a macchia mediterranea, alle zone boscose e agli ambienti umidi. Di notevole interesso sono una colonia di Grifoni che vi nidifica all’interno.
È la porzione marina del grande ecosistema del parco di Porto Conte. Enormi massicci precipitano in acqua con pareti costellate di cavità aeree e marine. Famose le grotte di Nettuno raggiungibili via mare o grazie all’Escala del Cabiròl, una scalinata di oltre 600 scalini scavati nella roccia.
Capo Caccia deve il suo nome alle battute di caccia al piccione che i notabili dell'800 eseguivano dalla barca nei periodi di bonaccia attorno al promontorio, dalla sommità del quale si può scorgere l'ampio golfo di Alghero e la vicina isola di Foradada che costituiscono uno fra i panorami più belli e suggestivi dell'isola. È possibile osservare lungo tutte le falesie l'aquila del bonelli, il falco pellegrino, il gabbiano reale e corso, i rondoni e i grifoni.
Lunghezza Percorso: 19 km
Dislivello in salita: 400 m | Dislivello in discesa: 400 m
Altitudine massima: 185 m s.l.m.
Difficoltà: media
Possibilità di uscire prima con servizio navetta: si
Lunghezza Percorso: 19 km
Dislivello in salita: 730 m | Dislivello in discesa: 540 m
Altitudine massima: 190 m s.l.m.
Difficoltà: media
Possibilità di uscire prima con servizio navetta: si
Lunghezza Percorso: 10 km
Dislivello in salita: 290 m | Dislivello in discesa: 435 m
Altitudine massima: 190 m s.l.m.
Difficoltà: media
Possibilità di uscire prima con servizio navetta: si
Nota bene: Dopo l’escursione è prevista la visita dell’Argentiera e del Museo della Laveria
Lunghezza Percorso: 16 km
Dislivello in salita: 600 m | Dislivello in discesa: 600 m
Altitudine massima: 407 m s.l.m.
Difficoltà: media
Possibilità di uscire prima con servizio navetta: no
Lunghezza Percorso: 14 km
Dislivello in salita: 335 m | Dislivello in discesa: 490 m
Altitudine massima: 166 m s.l.m.
Difficoltà: medio
Possibilità di uscire prima con servizio navetta: si
Lunghezza Percorso: 14 km
Dislivello in salita: 490 m | Dislivello in discesa: 460m
Altitudine massima: 270 m s.l.m.
Difficoltà: medio
Possibilità di uscire prima con servizio navetta: si
Numero guide necessarie: 2 guide
Numero navette necessarie: 1 navetta con 1-7 partecipanti, 2 navette con 8-16 partecipanti
Aeroporto di riferimento: Alghero
Foto di: Fabio Ghisu
Fonte Testi: Sardegna Turismo e Wikipedia