Sarayaku, Pastaza, Ecuador | aprile 2015
<<Nel 1996 il governo dell’Ecuador diede in concessione gran parte del territorio di Sarayaku all'impresa petrolifera argentina CGC. Per farlo non informò né ottenne il permesso dalla popolazione di Sarayaku. Questa si oppose da subito all'ingresso dell'impresa perché consapevole delle devastanti conseguenze sul territorio. A cavallo fra il 2002 e il 2003, la CGC entrò con forza in questo territorio, con l’aiuto dell'esercito. La CGC iniziò da subito con delle attività di perforazione di questa parte di foresta amazzonica, utilizzando esplosivi molto potenti per l'analisi sismica del terreno. Uomini, donne e bambini si mobilitarono per la difesa del proprio territorio e della Pachamama. Quattro giovani furono illegalmente detenuti e torturati. Vari dirigenti furono aggrediti e minacciati. Venne chiuso il principale accesso alla comunità: il Rio Bobonaza. La popolazione subì tutto questo per difendere il territorio e il diritto a vivere in libertà e pace.
Nel 2003 Sarayaku si rivolse al Sistema Interamericano Dei Diritti Umani per chiedere giustizia. In quello stesso anno, la Commissione Interamericana cominciò ad occuparsi del caso. Nel 2004 e nel 2005, la Corte ha disposto misure cautelari a favore del popolo. All'inizio del 2010 venne emessa la sentenza.
Grazie alla lotta e ai loro alleati davanti alla giustizia internazionale, la popolazione di Sarayaku è riuscita ad ottennere l'uscita della CGC dal proprio territorio e la bonifica del territorio, che è ancora cosparso di cariche esplosive nel sottosuolo. Tuttavia, la lotta continuerà finché la minaccia del petrolio non si fermerà.>> (Un manifesto a Sarayaku).